domenica 28 luglio 2013
IL VECCHIO GOLGOTA, LA MONTAGNA DEGLI ITALIANI
Questa è una fiaba, un poco strampalata ma veritiera. E' la storia di un paese circondato dal mare, un paese ricco di storia, ma sempre povero di mezzi.
Ogni uomo porta con sè la sua croce, i suoi debiti, i debiti dello stato, i debiti dell'amministratore di condominio che è scappato con la cassa, le accise, le tasse che paghiamo sul nostro lavoro, che ci
sembrano tante. A noi non è rimasto nemmeno una lacrima per piangere la nostra miseria.
Anche le misere pensioni sono state azzerate dai continui aumenti.
Il Cristo si mise sulle spalle tutti i peccati del mondo, e noi ci sono rimaste le tasse pesanti come la sua croce. Il povero popolo italiano ha fatto diverse e sonore cadute, che ci hanno lasciato il segno.
La prima caduta fu l'euro, un caffè allora costava 1000 lire ora costa 1 euro ossia 2000 lire. Così i costi raddoppiarono, tranne le nostre entrate, impoverite sempre di più da lucrosi balzelli.
La seconda caduta fu generata dal nostro Cireneo, che ci aiutò a portare la croce, ma il suo aiuto consisteva
in nuove tasse.
Il nostro capo prossimo alla pensione, diede prova di buona volontà per salvarci, convocò i grandi sacerdoti della politica, li mise insieme sgridandoli, essi capirono che il popolo era alla fame, e si misero a trattare
per uscirne dal guado.
Ma ecco la terza caduta, al partito del colore rosso, mancava il segretario e si misero a litigare, mentre il
capo azzurro attendeva le sentenze dei suoi processi, e la baracca si fermò di nuovo.
Ora alla nostra croce ci mancano i chiodi che entreranno nelle nostre carni, forse nuove tasse?
Ma quando vivremo la Resurrezione?
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