venerdì 2 agosto 2013
FORSE MI DARO' DELLE RISPOSTE ... PERCHE'?
In un noto processo vi sono tre cose che non ho capito: La prima perché alcuni giudici non hanno voluto ascoltare molti testimoni della difesa.
La seconda perché la Cassazione, non ha preso in considerazione le motivazioni della difesa di un grande avvocato.
La terza che i benestanti servi dell'informazione che usano definirsi "opinione pubblica" spudoratamente definivano l'imputato. "delinquente e ladro", degno di condanna.
Alcuni migliaia di anni fa, un altro uomo fu giudicato, fu tradito, e dato in pasto alle folle e condannato. Erano i santoni della legge del tempo. Sappiamo che quell'Uomo-Dio, morì sulla croce, e come ultimo atto si portò in Paradiso un ladrone.
Vi è un principio che la giustizia umana adotta e mette in moto la nostra fantasia
a ricercare risposte, è perché qualcosa non funziona, o ci è nascosto.
Nel primo caso i Grandi Sacerdoti del tempo hanno avuto paura di un uomo che aveva poteri superiori alle loro leggi, e lo distrussero.
Nel secondo caso il nostro imputato è prigioniero di un pensiero diverso e da interessi diversi che ne ha creato un conflitto. Esse sono: poteri, lobby, partiti di opinione diversa e sopra tutto masse riempite di odio, e di una falsa informazione. E' teorema malvagio di controllo su un potere avverso al loro.
Questo è successo sotto i riflettori del mondo.
Si è sempre saputo che le leggi dell'uomo sono deboli come le ali delle farfalle.
Perché di menzogne se ne scrivono tante, come quella evidenziata nelle aule dei tribunali dove si legge "che la legge è uguale per tutti". Ciò è una pura menzogna, perchè si sono viste condanne di uomini innocenti annientati, e privati dalla loro dignità di esseri umani, e costretti a subire inique espiazioni.
Chi ruba una mela è colpevole quanto a uno che ne ruba una pianta? Se questo è un principio, qualcuno non ha capito niente.
Si consiglia a questi santoni delle regole regolate da loro, che La Giustizia è: "dare ha ciascuno ciò che gli aspetta", non di più e non di meno. Per amministrare la giustizia bisogna essere giusti e non colti, e nemmeno mangiarsi i libri per capire
chi è l'uomo per saper ri-conoscere il proprio errore.
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