domenica 17 febbraio 2013

STORIA DI UN DIPLOMATICO DEL CIELO - fiaba


 
Dio Padre stanco delle continue lamentele dei suoi figli terrestri , decise di vederci chiaro. Anche perché ancora sensibile dell’esperienza dolorosa fatta da suo Figlio, che lo inchiodarono ad una croce.
Chiamo un Angelo, un diplomatico del regno dei cieli e gli disse:  “senti gli uomini nelle loro preghiere si lamentano continuamente di subire continue angherie da parte dei soliti sciacalli. Vai e riportami ordine su questo pianeta”. L’Angelo raccolse le sue cose, e con un potente colpo di ali partì. Vide l’avvicinarsi del pianeta terra, avvolto di un bel colore azzurro, e si commosse della potenza del Buon Dio.
Si fermò sul palazzo delle Nazioni Unite, e vi entrò, è sottinteso che gli uomini della vigilanza non lo videro perché invisibile. Si mise a sedere al centro della grande sala, ed ascoltò l’oratore di turno. Poi ne ascoltò un altro, poi un altro ancora, e così di seguito, finche stanco del lungo viaggio si addormentò .Al suo risveglio notò che le facce degli oratori di turno cambiarono sempre colore, non l’avevano avvertito che sul pianeta Terra esistevano le varie razze. Notò che il problema era sempre quello, “tu vuoi il mio petrolio” , “Hai invaso il mio paese, quindi guerra”. L’Angelo non sapeva da che parte incominciare, però capì una cosa che tutti parlavano di problemi nazionali, ma nessuno voleva metterci mano per risolverli.
Da buon diplomatico si mise al lavoro, e con l’arte magica di un Angelo si trasformò in un ricco Maragià, vicino al palazzo vi era un canile entrò, e trasformò tutti gli animali in cortigiani. La folla accorse a questo imponente corteo che transitava per le vie della città, la polizia accorse sgomenta non essendo stata avvertita da questa imponente manifestazione, avvertirono i loro capi, che a sua volta avvertirono i loro capi di stato.
Le porte del grande palazzo si aprirono, al loro passaggio, i danzatori davanti al corteo lanciavano fiori, mentre altri portavano ceste piene di monete d’oro che lanciavano alla folla. Era uno spettacolo dell’altro mondo, il Maragià, ossia l’Angelo dispensava sorrisi a tutti. Si presentò a lui il presidente delle Nazioni Unite e lo invitò a parlare a questa potente assemblea. La grande sala diventò improvvisamente silenziosa, non battito di ciglio, e il Maragià prese la parola: “Signori il mio regno è pieno di forzieri d’oro, però vedo che le vostre liti potrebbero portare la distruzione del pianeta, quindi anche dei miei forzieri. Vi propongo uno scambio il mio oro contro la vostra moneta di carta. Oro è sempre oro, come si può dire di no ad un così vantaggioso scambio. I lavori di scambio ebbero inizio e tutti furono pieni d’oro, soprattutto chi aveva stampato tanti pezzi di carta chiamati danaro. In quel palazzo cessarono le discussioni perché la loro moneta era oro e valeva quanto quello dell’altro. Gli stati erano pieni d’oro, nonostante le tasche piene, qualcuno voleva essere più ricco dell’altro, e incominciarono di nuovo le discussioni. L’Angelo non si scoraggiò, fece un’altra magia, e tutto  l’oro del mondo si trasformò in pezzi di pietra. La morale dice: "chi troppo vuole nulla stringe."
E l’Angelo se ne tornò dal Buon Dio.

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